CONFIN(AT)I / BOUND(ARIES)

IX GIORNATA DI STUDIO “OLTRE LA GLOBALIZZAZIONE”
SOCIETÀ DI STUDI GEOGRAFICI
TRIESTE, 13 DICEMBRE 2019

Università degli Studi di Trieste
Dipartimento di Studi Umanistici
Via del Lazzaretto Vecchio, 8 – Trieste

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PRESENTAZIONE

Il Convegno rappresenta la IX edizione della Giornata di Studio “Oltre la globalizzazione” organizzata, dal 2011, dalla Società di Studi Geografici. Le giornate precedenti, svoltesi a Firenze, Roma, Torino, Pescara e Novara, hanno declinato termini polivalenti quali “Prossimità” (2012), “Resilienza” (2013), “Conflitto” (2014), “Commons” (2015), “(s)Radicamenti” (2016), “Barriere”(2017) e “Mosaico” (2018).

L’edizione 2019 vuole proporre una discussione che ragioni sulle relazioni che si vengono a creare fra limiti, persone e territorio, fra confini e confinati.

Durante il secolo scorso, Trieste ha rappresentato agli occhi dell’Italia (ma non solo) il confine. Prima il confine da conquistare, poi quello redento per il quale si è combattuta una guerra, quindi quello perso, infine quello raggiunto e stabilizzato come ultimo baluardo davanti all’altro mondo, formato dai Paesi socialisti. La vicenda locale ha mostrato come la gestione del limes abbia in questo modo condizionato la vita e le relazioni degli Stati all’interno dei quali la città e i territori di pertinenza si sono ritrovati, ma soprattutto quelle delle persone, producendo distinzioni e contrapposizioni e confinamenti dopo una lunga convivenza collaborativa, rispettosa della diversità, valorizzatrice delle differenze.

Le popolazioni uscite dai vari dopoguerra del Novecento hanno subito l’illusione che la costruzione dell’Unione Europea consentisse il superamento dei contrasti pregressi. In realtà il cedimento della “cortina di ferro” se da un lato ha portato con sé le ragioni e gli alibi del contrasto confinario, dall’altro ha prodotto l’adesione all’economia di mercato – unica e dominante – dei Paesi già sotto l’orbita sovietica, in particolare di quelli nati dalla dissoluzione della Jugoslavia, favorendo gli scambi commerciali e migliorando le condizioni dei nuovi cittadini europei. Con l’avvio del terzo millenniosoltanto alcune parti del vecchio continente sono riuscite a sfruttare i vantaggi che la posizione geografica attribuiva in passato.

Al contempo, a un paio di decenni dalla caduta della frontiera, il filo spinato non è più una semplice metafora della contrapposizione politica ma una parte reale del paesaggio nelle sue forme fisica, burocratica, oppressiva. I (vecchi) confini hanno assunto un nuovo aspetto e hanno modificato la propria funzione, distinguendo in maniera diversa fra chi ha il diritto o meno a superarli. Le persone da una parte e dall’altra, benché dotate di comuni strumenti democratici di rappresentanza, cominciano a vivere una nuova condizione di confinati differente da quella pregressa.

L’Italia e l’Europa, anche a seguito delle conseguenze delle crisi economiche e politiche internazionali, sono diventate rispettivamente la porta d’accesso e la destinazione auspicata per molti che cercano una vita migliore, sia in termini occupazionali che di sopravvivenza davanti alle guerre combattute nei propri Paesi. L’avanzamento della globalizzazione ha rinnovato l’interesse della Cina nei confronti dell’Europa, con una crescente presenza nelle iniziative finanziarie, logistiche e produttive del vecchio continente e del Mediterraneo e con lo sviluppo della Belt and Road Initiative. In Italia, invece, in una fase di ridiscussione delle precedenti condizioni sociali, si ragiona di distinzioni politiche, di ipeterritorializzazioni, di riorganizzazioni sociali, di autonomie differenziate, del Mediterraneo come nuovo confine.

Trieste, che nel 2020 sarà capitale europea della scienza e ospiterà ESOF, Euro Science Open Forum, conferenza biennale paneuropea dedicata alla ricerca e all’innovazione scientifica e focalizzata sul dibattito tra scienza, tecnologia, società e politica, si pone quindi come intrigante metafora di molti aspetti critici della società contemporanea. L’occasione rappresentata dalla Giornata di Studi 2019 della Società di Studi Geografici offre dunque l’opportunità (logistica) per consentire alle molte declinazioni disciplinari e tematiche della geografia di trovare ospitalità e discutere, attorno al tema del confine (lungi dall’essere esaurito con il caso locale), ad esempio di:

 

  • –  una geografia economica alle prese con la trans-territorialità della globalizzazione e con i nuovi territorialismi che emergono dai processi di despecializzazione e rispecializzazione regionale indotti dal mutamento tecnologico;
  • –  una geografia politica, che ragiona su una crisi dell’Europa, sotto la spinta di pulsioni nazionalistiche e localiste, e dell’organizzazione politica italiana, fra riordino territoriale e autonomia differenziata;
  • –  una geografia ambientale, per le questioni legate all’uso del suolo e al mare, alle reti infrastrutturali;
  • –  una geografia sociale, con i problemi relativi ai migranti, al rapporto con il diverso, ai vecchi e nuovi italiani e europei;
  • –  una geografia culturale, per il confronto con i nuovi confini (politici, amministrativi, nazionali, lavorativi, culturali, mentali…) e i nuovi confinati;
  • –  una geografia storica, che ragioni sull’evoluzione del rapporto fra comunità e paesaggio. Sulla base delle adesioni e delle permanenze, è ipotizzata la formulazione di una proposta di una

    iniziativa per la giornata del sabato, che però al momento è ancora in fase di definizione.

    CONTATTI

  • Segreteria organizzativa (ssg.confinati@gmail.com; telefono 040 5587505)
    Società di Studi Geografici (info@societastudigeografici.it; telefono +39 055 2757956)