ANNO: 2022

VOLUME: 129 Numero: 3

ARTICOLO: Refugee camps as spaces of rescue in times of Covid-19: invisible mobilities in Bourj Albarajenah

AUTORE:

Yafa El Masri
Paola Minoia
   
   


RIF. ARTICOLO:

 

ABSTRACT:

Questo articolo esplora le peculiarità della pandemia nelle comunità apolidi. Attraverso il caso di studio di un campo profughi palestinese a Beirut, Libano, abbiamo analizzato gli impatti sofferti dai rifugiati palestinesi e le risposte comunitarie alla pandemia. L'esclusione dei rifugiati palestinesi da meccanismi di protezione legale ha generato una mobilità invisibile che, se da una parte ha ulteriormente aumentato il rischio di diffusione del virus, dall'altra ha permesso di organizzare risposte comunitarie agli effetti della crisi: ad esempio, tramite collette alimentari e di fondi, o l'organizzazione di un centro medico per altri residenti di Beirut privi di documenti e contagiati. Tramite l osservazione di azioni di resistenza e mobilità invisibile, intendiamo dimostrare come i campi profughi possano diventare spazi di soccorso in tempi di emergenza globale.


 

This paper aims to explore the peculiarity of the pandemic in stateless communities. Through a case study from a Palestinian refugee camp in Beirut, Lebanon, we analyse how Palestinian refugees were affected by and responded to the pandemic. We find that the legal exclusion of refugees from the state protection has generated invisible mobility, which further increased the risk of spreading the virus. Refugees have founded their own community response mechanisms of food sharing and crowdfunding. They established Aman medical centre in the camp, which has become a destination for infected, yet undocumented, residents of the city. We conclude how Palestinian refugees used this invisible mobility to save other refugees, therefore proving how refugee camps can become spaces of rescue in times of global emergency.